SOUVENIR D'ITALIE

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Capacità d’integrazione, capacità d’accoglienza e capacità di adattamento: tre qualità distintive delle città europee, che hanno sempre affrontato le emergenze abitative succedutesi nel corso dei secoli costruendo nel costruito. Sopra, sotto, dentro e accanto all’esistente. Anche quando si è trattato di trasfigurare con coraggio i monumenti più identitari. Basti pensare all’anfiteatro di Nîmes o al palazzo imperiale di Spalato, convertiti in altrettante cittadelle fortificate per accogliere rispettivamente i perseguitati dalle campagne punitive di Carlo Martello e i superstiti delle scorribande degli Avari. E forse noi Italiani (popolo di poeti, di artisti, di eroi, di santi, di pensatori, di scienziati, di navigatori e di trasmigratori), proprio perché viviamo in città particolarmente ricche di monumenti identitari, potremmo pensare di affidare alla loro naturale propensione inclusiva il compito d’inventare nuovi modelli abitativi, ancorché transitori, volti ad accogliere con generosità (oltre che con creatività) chi è costretto a vivere in una condizione di margine e di precarietà: indipendentemente dalla condizione economica, dal genere, dall’età€, dalla razza o dalla religione. In tal senso, la proposta per la Città dell’Inclusione, rappresentata graficamente in forma di cartolina turistica, prefigura di innestare dei villaggi di container nel vivo dei landmark del nostro paese in modo da diventare, una volta superata l’emergenza, dei nuovi poli identitari del tessuto urbano consolidato. Un’idea tanto visionaria quanto concreta, che guarda al futuro, ma che affonda le proprie radici nella tradizione architettonica del Belpaese, ribadendo la forza della cultura del progetto.

SOUVENIR D'ITALIE
concept per la call a inviti "La città dell'inclusione"

tipologia
concept

call a cura di
Francesco Messina
Laura Zerella

concept/progetto
HOF
LAB (Paolo Brlardi, Simone Bori, Matteo Scoccia)
con Felice Lombardi, Giulia Pucci

cronologia
concept 2019