Isola dell'arte

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Il progetto, che è descritto mediante un passo ispirato liberamente al Viaggio in Italia di Goethe e che è corredato da acquerelli eseguiti dal pittore tuderte Giovanni Tenneroni, prevede la trasformazione della Polvese (la maggiore fra le tre isole del Lago Trasimeno) in un pittoresco parco archeologico-museale, laddove un sinuoso sentiero di crinale organizza le principali preesistenze architettoniche, caso per caso recuperate o confermate come ruderi scenografici: dai casolari che punteggiano l'area di Villa Citterio (convertiti in un villaggio degli artisti) al castello medievale (sistemato ad arena vegetale), dal poggio del conservone (che accoglie un giardino di sculture in forma di acropoli classica) alla chiesa olivetana (reinterpretata come tebaide ipetrale). Contestualmente la riqualificazione dell'habitat lacustre è perseguita mediante la creazione di una promenade alberata (attrezzata con un ostello in corrispondenza dell'area della darsena) che, descrivendo il periplo dell'isola, collega le diverse postazioni di osservazione dell'oasi faunistica: belvederi, pontili e imbarcadero.
 
Monte del Lago, 25 ottobre
Stasera avrei potuto già essere a Perugia, ma accanto a me si stendeva quel magnifico prodigio della natura, quel delizioso scenario che è il Lago Trasimeno; non ho voluto rinunciarvi e mi trovo splendidamente ricompensato d'avere ritardato il cammino. Ed ora la mia gita! Sono partito alle prime luci dell'alba da San Feliciano insieme alla mia guida, un giovane studioso, raccomandatomi da un comune amico fiorentino, e due rematori. La mattinata era splendida e la lenta traversata mi ha permesso di contemplare attentamente il luogo dove eravamo diretti, l'Isola Polvese: da lontano mi era concesso di scorgerne il profilo e, pur senza riuscire a capire di che cosa si trattasse, ho potuto ammirare i crinali lungo i quali è possibile contare gli alberi ad uno ad uno, come pensavo inventasse il Perugino invece di osservare semplicemente il paesaggio umbro. Attraccammo al pontile meridionale e diedi appuntamento ai due rematori per il tramonto. Quindi, provvisto del mio fedele taccuino da schizzi, mi inoltrai nell'isola. Il giovane accompagnatore mi spiegò che la Polvese era stata da tempo votata alle Muse dell'arte e, con sempre maggiore assiduità, quivi convenivano artisti tra i più famosi che, al termine degli studi, lasciavano in pegno i frutti delle proprie fatiche. L'isola è infatti continuamente arricchita da nuove opere d'arte che disegnano un paesaggio sempre cangiante. Incuriosito lasciai il villaggio e, con grande meraviglia, mi trovai al cospetto di un castello diroccato, quasi interamente ricoperto d'edera, tanto da sembrare più un bastione vegetale che non un muro di pietra. Entrammo da un piccolo pertugio, ricavato nel torrione meridionale. All'interno del vetusto fortilizio era un grande spazio libero, quasi un anfiteatro in disfacimento; immaginai facilmente languide ore passate in quel luogo in compagnia dei miei libri o, nelle sere d'estate, il brusio del pubblico prima della rappresentazione. La guida mi fece poi notare in alto una grande scultura: un titano che sovrastava maestosamente le nostre persone. Così nel resto dell'isola; fino alla sommità della stessa, dove un acropoli di sculture consentiva di scoprire, in lontananza, un panorama ampissimo. Tanto da distinguere, al contempo, il presepe lacustre di Passignano, il profilo minaccioso di Castiglione del Lago e, in direzione di Tuoro, i luoghi della vittoria Annibalica. Poco distanti i ruderi di una vecchia abbazia discoperta; seduto lì in un angolo meditai tranquillamente. Mi sentivo nella solitudine perfetta: nessuno al mondo, che in quel momento avesse pensato a me, sarebbe venuto a cercarmi in quel luogo ameno. Morfeo mi accolse tra le sue grandi braccia e solo il fresco della sera mi rammentò l'appuntamento. Ricongiuntomi con la guida, percorsi velocemente i sentieri tortuosi di una folta macchia che proteggeva l'isola dai venti freddi. Quindi imbarcatomi al calare del sole, feci ritorno a Monte del Lago, ove mi sono congedato dalla compagnia ed ho preso alloggio in una locanda povera ma pulita. L'oste dal profilo etrusco non parla tedesco, ma rumina qualche vocabolo latino e, pertanto, devo mettere alla prova i miei talenti linguistici. Come sono lieto di sentire vivente ed in uso questa lingua prediletta!
Isola dell'arte

tipologia 
concorso
luogo 
Isola Polvese (Pg)
banditore
Provincia di Perugia
progetto architettonico 
HOFLAB (Paolo Belardi), HOFPRO (Alessio Burini), Daniele Fiorentini, Roberto Fioroni
consulenti
Giovanni Tenneroni, Patrizio Vignaroli
cronologia
concorso 1989

riconoscimenti
Premio Nazionale di Architettura Luigi Cosenza 1992, menzione speciale

pubblicazioni

Premio Nazionale di Architettura Luigi Cosenza 1992, Edizioni Clean, Napoli 1992, pp. 68-71
Un luogo d’arte tra l’acqua e il cielo, in “L’arredo della città”, 16 (1990), pp. 176-179